PREMESSA

Questo lavoro, che potrebbe anche intitolarsi: «Formazione dell’Italia europea», risponde ad una mancanza gravissima nella critica letteraria italiana. La Francia, anche se scarseggia di una critica accademica che non sia incomprensione od ingiuria della sua nuova letteratura, ha però al suo attivo alcuni volumi che indicano come il decadentismo sia diventato ormai un serio oggetto di studio, ed è ricca di tutta una critica di grandi saggisti che da noi manca completamente. Per la poesia nuova non abbiamo nulla che corrisponda, per esempio, al recente studio di Marcel Raymond De Baudelaire au surréalisme[1] e pare che mai ci si sia proposti un esame della letteratura postromantica come decadentismo, e cioè nel quadro piú ampio della letteratura europea. Si può dire che l’unico libro che voglia trattare esplicitamente il problema del decadentismo italiano sia il libro del Flora: Dal romanticismo al futurismo[2], libro però che è di polemica e antistorica negazione.

Perciò un lavoro che si proponga di studiare storicamente la nascita, lo sviluppo, le caratteristiche del decadentismo italiano, nelle sue relazioni con le letterature straniere e nel suo progressivo europeizzamento, rifuggendo da una posizione di condanna o di accettazione entusiastica, ma facendo anzi (come deve far sempre la critica) sorgere e maturare i problemi poetici nella loro naturale atmosfera, affiorare con un rigore spontaneo i valori personali e le soluzioni concrete degli artisti, pare veramente necessario.

Occorrono per un tale lavoro, oltre la capacità critica nativa, che necessita ad ogni studio letterario, delle speciali doti, come una lunga e matura esperienza, non solo delle letterature decadenti, ma del romanticismo nelle sue pieghe piú remote (son proprio lí, spesso, gli spunti del decadentismo), un senso personale, una sofferenza della nuova poesia, un’immediatezza aderente alle speciali dialettiche spirituali decadenti, e tale da superare quella formazione scolastica e teorica che troppo spesso, in questi esami di letterature moderne, è piú armatura che arma.

Cerco cosí, non tanto di scusare le possibili deficienze di questo libro, quanto di staccare il mio lavoro da me stesso, vedendolo come ancora da farsi, nella sua importanza, nelle sue esigenze, nella sua opportunità critica.


1 M. Raymond, De Baudelaire au surréalisme, Correa, 1934.

2 F. Flora, Dal romanticismo al futurismo, Mondadori, 1928.